L’Agenda di Lisbona 2000
Il vertice di Lisbona del 2000 ha posto l’educazione come fattore essenziale delle strategia comunitaria per il raggiungimento di elevati livelli di competitività, di produttività e di coesione sociale. Ma a quasi sette anni dalla definizione della strategia di Lisbona, il giudizio che si può dare sullo stato di attuazione in tutti i Paesi europei (anche se con profonde differenze tra l’uno e l’altro) è che le riforme avviate non sono all’altezza degli obiettivi posti: sulla base del ritmo attuale, l’Unione Europea nel suo complesso non riuscirà a raggiungere nessuno degli obiettivi che erano stati fissati entro la data del 2010.
Il Rapporto Kok
Il Rapporto Kok del novembre 2004, preparato come base di discussione del successivo vertice della primavera 2005 del Consiglio Europeo, metteva in evidenza i ritardi rispetto alla strategia di Lisbona, sottolineando come abbiano avuto peso nel generarli la mancanza di un’energica azione politica dei singoli governi, un’agenda comunitaria sovraccaricata di impegni, un debole coordinamento complessivo e priorità spesso confliggenti fra di loro.
Il Rapporto CNEL
Come emerge anche dal Rapporto 2005 sul Mercato del Lavoro del CNEL, in Italia, per quanto la quota di popolazione in età lavorativa in possesso di almeno un titolo di studio di scuola secondaria sia notevolmente cresciuta, il divario con la media degli altri Paesi dell’OCSE non è diminuito. Le comparazioni internazionali lasciano un margine di incertezza nel campo dell’istruzione, ma nel complesso si può dire che la popolazione italiana è ancora poco istruita. Solo poco più del 70-75 % completa almeno l’istruzione secondaria superiore rispetto all’obiettivo europeo fissato a Lisbona che è pari all’85% della popolazione.
Il vertice di Lisbona del 2000 ha posto l’educazione come fattore essenziale delle strategia comunitaria per il raggiungimento di elevati livelli di competitività, di produttività e di coesione sociale. Ma a quasi sette anni dalla definizione della strategia di Lisbona, il giudizio che si può dare sullo stato di attuazione in tutti i Paesi europei (anche se con profonde differenze tra l’uno e l’altro) è che le riforme avviate non sono all’altezza degli obiettivi posti: sulla base del ritmo attuale, l’Unione Europea nel suo complesso non riuscirà a raggiungere nessuno degli obiettivi che erano stati fissati entro la data del 2010.
Il Rapporto Kok
Il Rapporto Kok del novembre 2004, preparato come base di discussione del successivo vertice della primavera 2005 del Consiglio Europeo, metteva in evidenza i ritardi rispetto alla strategia di Lisbona, sottolineando come abbiano avuto peso nel generarli la mancanza di un’energica azione politica dei singoli governi, un’agenda comunitaria sovraccaricata di impegni, un debole coordinamento complessivo e priorità spesso confliggenti fra di loro.
Il Rapporto CNEL
Come emerge anche dal Rapporto 2005 sul Mercato del Lavoro del CNEL, in Italia, per quanto la quota di popolazione in età lavorativa in possesso di almeno un titolo di studio di scuola secondaria sia notevolmente cresciuta, il divario con la media degli altri Paesi dell’OCSE non è diminuito. Le comparazioni internazionali lasciano un margine di incertezza nel campo dell’istruzione, ma nel complesso si può dire che la popolazione italiana è ancora poco istruita. Solo poco più del 70-75 % completa almeno l’istruzione secondaria superiore rispetto all’obiettivo europeo fissato a Lisbona che è pari all’85% della popolazione.
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