sabato 13 giugno 2009

Cgil, Flc, Spi e Auser: Apprendimento permanente, ecco la proposta di legge

Una proposta di legge d’iniziativa popolare. Da settembre la raccolta firme: ne servono 50 mila. Interventi di sostegno economico all’apprendimento, permessi per lavoratori e pensionati, sostegni alle attività di qualificazione promosse dalle imprese

di L.C.

Sapere per contare, conoscere per crescere, apprendere sempre: queste in sintesi le parole d’ordine della proposta di legge di iniziativa popolare sull’Apprendimento permanente, promossa da Cgil, Flc Cgil, Spi Cgil e Auser, che è stata illustrata mercoledì 10 giugno nel corso di un incontro pubblico (scarica il testo). “La conoscenza è il passaporto della democrazia, il motore dello sviluppo di un Paese e lo strumento per promuovere la qualità del lavoro e della vita dei suoi cittadini”, ha ricordato il segretario confederale Fulvio Fammoni presentando l’iniziativa. “Per i pensionati e le persone anziane - ha sottolineato Lucio Saltini, segretario nazionale dello Spi - un sistema di apprendimento per tutto l’arco della vita garantisce loro di cogliere le opportunità che oggi offre la nostra complessa società e non solo di subirne i rischi”.

La proposta di legge è già pubblicata nella Gazzetta ufficiale: la data di inizio della raccolta delle firme - ne sono necessarie almeno 50mila - è stata fissata dai promotori per i primi giorni di settembre con la riapertura dell’anno scolastico. “La scelta - ha spiegato Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil - non è stata casuale. Con questa iniziativa vogliamo ribadire l’impegno del sindacato a difesa della qualità della scuola pubblica”. E ha proseguito: “Un sistema di educazione permanente, che manca all’Italia a differenza degli altri Paesi europei, è un forte strumento per sostenere l’invecchiamento attivo, è un potente fattore di integrazione per i lavoratori migranti e i loro figli, è una risorsa vitale per la qualità della vita di tutti”. L’appello ad aderire alla proposta è sottoscritto da un illustre linguista italiano ed ex ministro, il professor Tullio De Mauro.

Il testo della proposta di Legge, articolato in dodici punti, prevede in sintesi interventi di sostegno economico rivolti all’apprendimento (agevolazioni fiscali, formazione gratuita, accesso al credito), un sistema di permessi e congedi per i lavoratori attivi e i pensionati, servizi pubblici di orientamento e certificazione della qualità della formazione, nonché sostegni alle attività di qualificazione promosse dell’impresa privata.

L’apprendimento permanente è diventato un elemento centrale delle politiche europee e delle strategie di sviluppo delle risorse umane. Esso è trasversale a tutti i momenti della vita “da prima della scuola a dopo la pensione”, come si legge nei documenti europei, e mira a cinque obiettivi: autorealizzazione, occupabilità, adattabilità professionale, cittadinanza attiva e inclusione sociale.

Il quadro italiano, nell’ambito europeo, non è tra i migliori in questo senso. Secondo la più recente indagine ALL (Adult Literacy and Life Skills) solo il 20% della popolazione adulta raggiungerebbe livelli di padronanza alfabetica all’altezza di una risposta efficace alle esigenze di vita e di lavoro. Ancora oggi ci sono due milioni di adulti, concentrati nel Mezzogiorno, che presentano fortissime difficoltà di alfabetizzazione; tra le forze di lavoro ben il 40% non ha un titolo di studio superiore a quello di scuola media; tra i giovani il 19,3% è sprovvisto di diploma o altra qualifica; solo il 6,2% degli adulti partecipa ad attività formative e solo il 32% delle imprese italiane sopra i dieci dipendenti ne realizza per i propri dipendenti.

Tecnologie e conoscenza: appunti di lavoro

Inserisco il link ad un documento, creato da Francesco Arleo, a mio avviso molto interessante........

martedì 26 maggio 2009

Il panorama Europeo

L’Agenda di Lisbona 2000
Il vertice di Lisbona del 2000 ha posto l’educazione come fattore essenziale delle strategia comunitaria per il raggiungimento di elevati livelli di competitività, di produttività e di coesione sociale. Ma a quasi sette anni dalla definizione della strategia di Lisbona, il giudizio che si può dare sullo stato di attuazione in tutti i Paesi europei (anche se con profonde differenze tra l’uno e l’altro) è che le riforme avviate non sono all’altezza degli obiettivi posti: sulla base del ritmo attuale, l’Unione Europea nel suo complesso non riuscirà a raggiungere nessuno degli obiettivi che erano stati fissati entro la data del 2010.

Il Rapporto Kok
Il Rapporto Kok del novembre 2004, preparato come base di discussione del successivo vertice della primavera 2005 del Consiglio Europeo, metteva in evidenza i ritardi rispetto alla strategia di Lisbona, sottolineando come abbiano avuto peso nel generarli la mancanza di un’energica azione politica dei singoli governi, un’agenda comunitaria sovraccaricata di impegni, un debole coordinamento complessivo e priorità spesso confliggenti fra di loro.

Il Rapporto CNEL
Come emerge anche dal Rapporto 2005 sul Mercato del Lavoro del CNEL, in Italia, per quanto la quota di popolazione in età lavorativa in possesso di almeno un titolo di studio di scuola secondaria sia notevolmente cresciuta, il divario con la media degli altri Paesi dell’OCSE non è diminuito. Le comparazioni internazionali lasciano un margine di incertezza nel campo dell’istruzione, ma nel complesso si può dire che la popolazione italiana è ancora poco istruita. Solo poco più del 70-75 % completa almeno l’istruzione secondaria superiore rispetto all’obiettivo europeo fissato a Lisbona che è pari all’85% della popolazione.

venerdì 22 maggio 2009

Ricerca di Bertucci e Verdi Vighetti

La formazione, non può più essere solo un’esperienza di trasmissione di informazioni e di conoscenze dal docente al discente, ma deve sempre più caratterizzarsi come processo di mutuo e reciproco scambio, una forma attiva di regolazione del rapporto fra insegnamento e apprendimento. Un’efficace formazione moderna “comprende ad un tempo l’idea di istruzione, addestramento, esperienza e sviluppo della persona.

Il formatore diventa una figura chiave all’interno di ‘una stella’ vale a dire di un sistema, fisico o virtuale, di interazioni tra individui”. La ricerca condotta da Irene Bertucci e Leonardo Verdi Vighetti, cerca di costruire concretamente un percorso di formazione iniziale centrato sull’insegnamento delle competenze strategiche. La ricerca affronta in particolare due temi: da un lato, la natura delle metacompetenze, dall’altro, l’apprendimento e la loro valutazione.

Relativamente al primo punto, vengono cercati gli antecedenti delle metacompetenze nel modello delle intelligenze multiple e nel ruolo delle emozioni all’interno dei processi di gestione dei rapporti con la realtà (comprensione, gestione delle relazioni, azioni di trasformazione); successivamente, viene compiuta una rassegna dei possibili repertori di competenze trasversali, competenze strategiche e capacità personali, ricercandone gli elementi distintivi e quelli che invece hanno determinato sovrapposizioni.

Riguardo al secondo punto, vengono analizzati alcuni approcci di apprendimento orientati a sviluppare l’autonomia del soggetto. Quindi, viene aperta una finestra su due approcci di formazione dei formatori che possono rappresentare una risorsa adeguata allo sviluppo di metacompetenze e viene proposta una possibile metodologia di valutazione grazie all’uso di uno specifico strumento proposto da Pellerey e Orio: il Questionario di percezione delle proprie competenze e convinzioni.

lunedì 18 maggio 2009

Alcuni concetti chiave

Apprendimento: processo attraverso il quale l’individuo perviene all’acquisizione di nuovi comportamenti o alla modificazione di comportamenti già posseduti, mediante l’interazione con l’ambiente al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze in una prospettiva personale, civica, sociale e/o occupazionale. L’ampiezza della definizione attira l’attenzione sull’insieme delle attività di apprendimento:
  • formale: quando è erogato da un’istituzione di istruzione o formazione e sfociante in una certificazione ufficiale;
  • non formale: quando non è erogato da un’istituzione di istruzione e formazione e, di norma, non sfocia in una certificazione ufficiale;
  • informale: quando è risultante dalle attività della vita quotidiana legate al lavoro, alla famiglia o al tempo libero. Contrariamente all’apprendimento formale e non formale, non è necessariamente intenzionale e può non essere riconosciuto, a volte dallo stesso interessato, come apporto alle sue conoscenze e competenze.

Centri Territoriali Permanenti (CTP): istituiti ai sensi dell’o.m. 455/1997 rappresentano, sotto l’aspetto organizzativo, l’insieme dei servizi e delle attività di istruzione e di formazione degli adulti presenti su un territorio di dimensione distrettuale. Le attività e i servizi per gli adulti si svolgono su più sedi anche non scolastiche e sono coordinati dal Centro Territoriale che ha come riferimento amministrativo e didattico una istituzione scolastica della fascia dell’obbligo e come coordinatore responsabile il suo capo d’istituto.

Educazione degli adulti: insieme delle opportunità educative formali (istruzione e formazione professionale certificata) e non formali (educazione artistica, fisico-motoria, sanitaria, sociale, etc; formazione nell’ambito della vita associativa, etc.) rivolte ai cittadini in età adulta, aventi per obiettivo la formazione di competenze di base nei diversi campi.

Formazione continua: offerta formativa, successiva alla formazione iniziale, volta all’acquisizione e all’aggiornamento di conoscenze e competenze professionali. Si rivolge a soggetti adulti occupati al fine di adeguare o di elevare le competenze professionali in stretta connessione con l’innovazione tecnologica ed organizzativa del processo produttivo. Può essere rivolta a disoccupati o soggetti che hanno abbiano difficoltà di inserimento/reinserimento nel mercato del lavoro per favorirne l’occupazione.

Formazione iniziale: complesso dell’offerta formativa destinata ai giovani non ancora inseriti nel mondo del lavoro.

Formazione permanente: insieme delle opportunità formative rivolte all’intera popolazione, indipendentemente dall’età e dalla condizione occupazionale. Include, oltre alla formazione iniziale e continua, l’educazione degli adulti, formale e non formale, e tutte le attività di apprendimento informale che si realizzano in famiglia, sul lavoro, nella comunità di appartenenza, etc.

Integrazione fra sistemi: Il concetto d’integrazione riguarda il sistema di istruzione e di formazione professionale ma anche una pluralità di attori e soggetti coinvolti a vario titolo nelle politiche formative e del lavoro.

Il punto su lifelong learning..........

sabato 4 aprile 2009

Benvenuti!

Ciao a Tutti!